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Negli ultimi anni è stata posta sempre maggiore attenzione alla qualità dell’aria negli ambienti confinati non industriali; infatti, ciascun individuo trascorre l’80-90% del proprio tempo all’interno di edifici pubblici (uffici, scuole, ecc.) e abitazioni residenziali e circa l’8% all’interno di mezzi di trasporto.

Lo studio del benessere termico non può essere disgiunto da quello della qualità dell’aria all’interno degli ambienti confinati. L’osservazione di malesseri apparentemente strani (sindrome dell’edificio malato) in determinate condizioni ha fatto nascere una nuova corrente di studio rivolta alla qualità chimico-fisica dell’aria, oggi nota con l’acronimo I.A.Q. (Indoor Air Quality). I materiali adottati per le costruzioni, gli arredi, i combustibili utilizzati negli impianti producono tutti sostanze volatili organiche (Volatile Organic Compound, in breve V.O.C.) che, in concentrazione non controllata, possono portare a malesseri di varia natura e pericolosità.

Poiché si è visto come l’organismo umano stabilisca un equilibrio chimico-fisico e biologico con l’ambiente in cui vive si intuisce come il controllo della qualità dell’aria sia parte integrante del concetto stesso di benessere ambientale.

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